La transizione energetica è uno dei processi sui quali la Regione Emilia-Romagna sta puntando con più decisione. La Regione ha infatti identificato l’energia come uno dei driver fondamentali per lo sviluppo dei territori e delle comunità.
Attorno a questo tema, l’ente ha appena concluso un percorso di confronto che ha coinvolto il mondo dell’impresa e della ricerca, l’università e gli stakeholder regionali e nazionali, che porterà alla definizione del Piano triennale di attuazione 2022-2024 del Piano energetico regionale dell’Emilia-Romagna.
Transizione energetica regionale: un processo partecipato
Quello della transizione energetica sarà necessariamente un processo partecipato, in cui le istituzioni pubbliche avranno il compito di indirizzare e incoraggiare imprese private e cittadini, fornendo orientamenti ma anche strumenti utili.
Per questo la Regione Emilia-Romagna ha organizzato da gennaio a maggio 2021 una serie di incontri a cui hanno partecipato i maggiori protagonisti della transizione energetica, per consentire alle comunità regionali di contribuire alle politiche e alle decisioni.
Il confronto ha disegnato le linee guida della transizione ecologica passando attraverso diversi temi: infrastrutture, impianti di produzione e distribuzione dell’energia, riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, rimodulazione dell’industria locale in un’ottica di economia circolare, smart mobility, ampliamento del modello della Smart City all’intera regione, formazione delle competenze necessarie per sviluppare la green e blue economy.
Il Piano attuativo 2022-2024 fissa dunque per il prossimo triennio le nuove strategie energetiche dell’Emilia-Romagna. Nei prossimi mesi, le strategie saranno supportate dagli stanziamenti delle risorse finanziarie europee, regionali e nazionali.
Dalle Smart City alla Smart Region per un benessere diffuso
Meglio delle città intelligenti, ci sarà la regione intelligente. Tra gli obiettivi del Piano c’è quello di trasformare le città in luoghi più sani e vicini ai bisogni delle persone, grazie all’uso delle tecnologie digitali, a una mobilità più ecologica e alla produzione condivisa dell’energia. Ma non solo. Questo processo dovrà essere esteso anche alle aree meno urbanizzate, come quelle rurali e di collina, per far sì che gli effetti positivi della Smart City possano diffondersi in modo equilibrato e inclusivo a tutto il territorio regionale.
Questa tematica è stata trattata durante uno specifico webinar in cui si è discusso del ruolo delle città nella transizione energetica. In particolare, l’ente si è confrontato con gli stakeholder su come assicurare una maggiore qualità ambientale nelle città, come utilizzare le risorse in modo efficiente e circolare, quali misure adottare per contrastare il cambiamento climatico, come rendere le città più resilienti.
Il profondo processo di rinnovamento dei tessuti urbani, come detto, dovrà poi allargarsi all’intero territorio regionale. Dal concetto di Smart City si dovrà così passare a quello di Smart Region, intesa come città intelligente diffusa a livello territoriale.
Gli obiettivi da raggiungere per la transizione energetica
Il Piano energetico regionale dell’Emilia-Romagna rientra nel Patto per il lavoro e per il clima, che a sua volta punta a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale indicati dall’Agenda ONU 2030.
Tra i diversi obiettivi del Piano, la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati è considerata prioritaria per ridurre le emissioni. Il motore di tutto saranno i già presenti incentivi statali, che dovranno però essere sostenuti dalla formazione dei tecnici, da una più ampia diffusione delle nuove tecnologie, dalla semplificazione delle procedure e dalla creazione di un osservatorio di monitoraggio della qualità degli interventi.
La transizione verso la neutralità climatica richiede inoltre infrastrutture adeguate, integrate e interconnesse. Le reti intelligenti valorizzeranno le fonti rinnovabili di energia, consentendo di ridurre l’uso di combustibili fossili e di armonizzare la gestione di domanda e offerta energetica. Anche il mondo manifatturiero dovrà fare la sua parte. Le imprese saranno chiamate ad adottare un modello produttivo sempre più circolare, riducendo i consumi, sfruttando maggiormente le materie prime seconde e progettando prodotti facilmente riciclabili. Le emissioni in atmosfera saranno combattute attraverso l’utilizzo di nuovi carburanti come il biometano e l’idrogeno verde, l’aumento dell’intermodalità e la migrazione del trasporto merci dalla gomma alla rotaia.
Oltre a tecnologie e infrastrutture occorrono anche le competenze
Tutto ciò non sarà però possibile se non avremo il know-how per gestire il cambiamento. Un altro fattore chiave per la transizione energetica sarà dunque la diffusione di nuovi saperi, competenze e attitudini, che costituiranno il patrimonio collettivo delle persone, delle imprese e delle comunità.
Solamente con la conoscenza, infatti, si potranno sfruttare le tecnologie emergenti per affrontare le sfide ambientali che ci attendono e per consegnare alle future generazioni città e regioni a misura di cittadino.