L’andamento del mercato italiano relativo alle tecnologie per gli Smart Building è stato fotografato per la prima volta dal 1° Smart Building Report realizzato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano. I dati raccolti dalla ricerca si riferiscono al periodo 2018 e sono quindi da inquadrare in un periodo pre-Covid, molto meno incerto rispetto a quello attuale. Ad ogni modo, al di là dei numeri, le dinamiche che emergono sono interessanti e ci aiutano a comprendere l’evoluzione di un settore che, seppure nel 2020 abbia accusato una sensibile frenata, mantiene comunque notevoli potenzialità di sviluppo.
3,6 miliardi di investimenti sugli Smart Building
Nel 2018, in Italia, gli investimenti associati a tecnologie di Smart Building hanno toccato quota 3,6 miliardi di euro. Questa cifra è suddivisa più o meno equamente fra i tre macro-ambiti di intervento analizzati, ossia: Building devices & solutions (gli impianti e le tecnologie presenti nell’edificio, come ad esempio per la produzione e l’efficienza energetica, o i sistemi di sicurezza); Automation technologies (la sensoristica connessa agli impianti e gli attuatori che trasmettono agli impianti le istruzioni inviate dalle piattaforme di controllo e gestione); Piattaforme di controllo e gestione (l’insieme dei software che raccolgono, elaborano e analizzano i dati provenienti dalla sensoristica installata sugli impianti).
In particolare, 1,47 miliardi di euro sono stati destinati ai Building devices & solutions (pari al 41% del totale); 1,1 miliardi alle Automation technologies (pari al 31%); i restanti 1,03 miliardi sono stati invece investiti in Piattaforme di gestione e controllo (28%). In quest’ultimo ambito, gli investimenti in hardware e software sono stati nettamente superiori a quelli in impiantistica, a riprova del fatto che negli edifici intelligenti l’aspetto digital sarà sempre più rilevante.
La crescita del mercato era una tendenza che sembrava destinata a non avere interruzioni, visto che in Europa gli investimenti in efficienza energetica e digitalizzazione sono riconosciuti come prioritari per spingere l’economia, in particolare il settore dell’edilizia, che rappresenta il 9% del PIL europeo e occupa 18 milioni di lavoratori. La riqualificazione degli edifici ha inoltre un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi energetici prefissati dall’UE: strutture più efficienti e smart possono abbattere del 5-6% i consumi energetici europei e del 5% le emissioni di CO2.
Nel corso del 2020 è comunque innegabile che il Covid-19 stia incidendo in modo negativo anche sul mercato degli Smart Building. Le misure restrittive che hanno comportato la chiusura di industrie e attività commerciali hanno di certo rallentato il mercato. Si stima che a livello mondiale il volume d’affari di questo settore si sia contratto di almeno il 15%.
Quali sono i maggiori operatori di mercato nel settore Smart Building?
Il Report del Politecnico di Milano ha considerato sette differenti categorie di operatori: ESCo (Energy Service Company), Utility, Technology provider, Software provider, Studi di progettazione, Imprese di Facility Management e Telco. Quelle maggiormente attive nell’offerta di tecnologie per Smart Building sono i Technology provider e i Software provider, per i quali rappresentano quasi un quinto del fatturato. Le ESCo e gli Studi di progettazione, il cui fatturato coinvolge le tecnologie di Smart Building per il 15%, sembrano quelle con un maggiore potenziale di crescita nel futuro.
Da segnalare, inoltre, la tipologia di clienti ai quali questi operatori si rivolgono: le imprese private del settore terziario rappresentano il 70% della committenza dei Software provider e degli Studi di progettazione, mentre per ESCo, Imprese di Facility Management e Telco coprono il 50% della clientela. Nessuno di questi player lavora in modo significativo con gli enti pubblici, a testimonianza del fatto che la Pubblica Amministrazione sconta ancora una certa arretratezza nei processi di digitalizzazione e ammodernamento delle proprie strutture.
I principali campi di applicazione delle tecnologie di Smart Building
Quali sono gli impianti sui quali è concentrata la domanda di tecnologie innovative? Al momento, le opportunità di sviluppo del mercato sono identificate nelle seguenti aree:
- Impianti di climatizzazione/riscaldamento: controllo di termostati, smart meter, impianti gestibili da smartphone o altri device.
- Illuminazione e smart lighting: controllo di accensione/spegnimento dei punti luce e gestione di diverse configurazioni luminose, secondo i principi dello Human Centric Lighting.
- Sicurezza e videosorveglianza: controllo degli impianti di allarme e della rete di telecamere per la videosorveglianza.
- Audio e video: sistemi di diffusione sonora e sistemi audio-video, sempre più rilevanti con l’aumento delle videoconferenze e della collaborazione a distanza.
- Connettività: tutto ciò che riguarda sistemi IT, protocolli e standard di riferimento, interoperabilità di reti e dati.
- Ascensori e montacarichi: controllo e manutenzione predittiva per eliminare il fermo impianti, per velocizzare i tempi di intervento e svolgere il monitoraggio continuo.
- Porte e finestre: controllo dei sistemi di apertura e chiusura, gestione di eventuali sistemi di sicurezza per il controllo degli accessi (ad esempio, attraverso il riconoscimento biometrico).
Smart Building: il quadro normativo
Lo sviluppo del mercato dipenderà inoltre dal quadro normativo di riferimento. Ultimamente in Italia ci sono stati molti interventi legislativi per favorire l’ammodernamento degli impianti e degli edifici, specialmente per migliorare l’efficienza energetica e la generazione di energia da fonti rinnovabili. Poco ancora è stato fatto, invece, per incoraggiare l’adozione di architetture digitali negli edifici e, in generale, manca un quadro di riferimento che abbracci tutto l’ambito degli Smart Building.
Un’apertura importante sembra però arrivare dal recepimento della Direttiva (UE) 2018/844 sulla prestazione energetica nell’edilizia, che incentiva l’adozione di sistemi di automazione e controllo degli impianti tecnologici. Con l’introduzione dello Smart Readiness Indicator – un “indicatore di intelligenza” che misura la capacità degli edifici di migliorare la propria operatività e interazione con la rete, adeguando i consumi alle esigenze degli occupanti – la direttiva include nella definizione di sistemi tecnici per l’edilizia anche i sistemi di automazione e controllo, in quanto tecnologie che favoriscono il funzionamento efficiente ed economico degli stessi sistemi tecnici. L’indicatore SRI potrebbe quindi diventare uno strumento che favorirà l’implementazione di tecnologie avanzate basate su sistemi ITC.