Quello degli Smart Building è un mercato in forte evoluzione e dai confini difficili da definire. Una recentissima ricerca pubblicata dalla società di consulenza The European House – Ambrosetti ha provato a valutare il giro d’affari complessivo generato dagli Smart Building. Lo ha fatto attraverso il Rapporto Strategico Community Smart Building, che ha quantificato il mercato degli edifici intelligenti partendo dalla seguente definizione di Smart Building:

“Un Edificio Intelligente è un hub di servizi automatizzati, real time e adattivi, integrabile con l’organismo edilizio e l’ecosistema esterno, dotato di tecnologie connesse, interoperabili e sostenibili che permettono l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse idriche e energetiche, dei costi di realizzazione e gestione, e la massimizzazione del well-being e della sicurezza degli individui”.

Il mercato degli Smart Building: il concetto di filiera estesa

Il rapporto non considera nelle sue valutazioni soltanto la componente tecnologica degli Smart Building, come avviene ad esempio nello Smart Building Report realizzato dal Politecnico di Milano. Il concetto di edificio intelligente, nell’approccio della Community Smart Building, coinvolge infatti molteplici aspetti economici e tecnologici, diversi settori e filiere. L’analisi è stata dunque condotta ad ampio raggio, includendo tutti i comparti, da quelli industriali ai servizi collegati, che in qualche misura partecipano alla realizzazione di un edificio intelligente.

Il Rapporto Strategico Community Smart Building ha così definito per la prima volta il perimetro della filiera estesa: una rete vasta e articolata che coinvolge 35 settori, 180 sottosettori e 350.000 aziende impegnate lungo tutta la filiera.

Numeri importanti che si sposano a un altro dato piuttosto rilevante: l’omogenea distribuzione sul territorio nazionale delle imprese appartenenti alla filiera estesa. In Italia, questa filiera sembra essere infatti molto capillare e diffusa: il 31% delle aziende del settore opera nel Nord Ovest, il 21,7% nel Nord Est, il 23,7% al Centro e il 23,6% al Sud e nelle Isole.

Questa equa ripartizione percentuale fa dunque pensare che l’economia basata sullo Smart Building sia trasversale a tutte le regioni italiane, rappresentando quindi una preziosa risorsa di sviluppo economico e occupazionale per l’intero Paese.

Il mercato nazionale della filiera Smart Building

Analizzando le performance economiche della filiera estesa dello Smart Building nel periodo 2015-2020, The European House – Ambrosetti ha concluso che il comparto è in grado di produrre un elevato valore economico e occupazionale per il Paese.

Le attività economiche collegate all’edificio intelligente impiegano infatti oltre 600.000 occupati e raggiungono un fatturato di 130 miliardi di euro e 39 miliardi di euro di valore aggiunto.

Viste le dimensioni di tali numeri, appare evidente come quella degli Smart Building sia una filiera dall’enorme potenziale, a livello economico e occupazionale. Questo potenziale è stato misurato attraverso il calcolo di un moltiplicatore sull’economia e sull’occupazione associato alle attività della filiera a livello nazionale.

Per quanto riguarda il valore economico, il moltiplicatore sarebbe di 2,87. Questo coefficiente sta a indicare che per ogni 100 euro investiti nella filiera estesa dello Smart Building si genererebbero altri 187 euro nella filiera collegata.

Il moltiplicatore sull’occupazione relativo alle attività della filiera è invece di 2,78: per ogni 100 posti di lavoro creati nella filiera estesa se ne attiverebbero ulteriori 178 nella filiera collegata.

Il confronto rispetto agli altri Paesi UE

Come si posiziona l’Italia nei confronti degli altri Paesi UE per quanto riguarda il giro d’affari del mercato e la crescita della filiera degli Smart Building?

Secondo il Rapporto Strategico Community Smart Building, l’Italia si posiziona nel primo quartile per fatturato e quota di fatturato nell’Unione Europea. Il nostro Paese, allo stato attuale, è dunque tra i migliori a livello economico nel continente. Una posizione che però non deve far dormire sugli allori, dal momento che l’Italia è invece tra gli ultimi Paesi in termini di crescita del fatturato e della quota di fatturato per 5 settori su 6 (costruzioni, progettazione, manutenzione, elettronica e installazione).

Questa lenta crescita può però essere rivitalizzata dalle politiche che puntano a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che l’Europa ha fissato al 2030 e al 2050. Investire fortemente nel rinnovamento del parco immobiliare italiano secondo criteri di sostenibilità sarà il motore principale per alimentare ancora di più il mercato italiano degli Smart Building.