Il patrimonio artistico e culturale dell’Italia non si trova solamente nei musei, nelle pinacoteche o nelle biblioteche: l’ingegnosa bellezza del nostro Paese è esposta all’aria aperta e disponibile a tutti, e l’esempio più evidente è costituito dai ponti antichi. Al pari di tante altre opere d’arte, i ponti antichi italiani ci mettono in collegamento con la nostra storia. Una storia che mescola architettura, progressi nella conoscenza tecnico-scientifica e gesta di governanti e progettisti che hanno voluto lasciare un segno imperituro del loro talento.
I primi maestri nell’arte di costruire i ponti furono gli antichi Romani. Ponti solidi e duraturi, arrivati fino ai giorni nostri. Oggi se ne contano quasi 1.000 nei territori un tempo controllati dall’Impero romano. Per farci un’idea, pensiamo solo a quelli ancora attivi nella capitale, come ad esempio Ponte Fabricio, Ponte Sant’Angelo o Ponte Milvio.
Perché i ponti degli antichi Romani sono ancora in piedi?
I ponti romani sono i più grandi e duraturi dell’antichità. Resistendo alle offese del tempo, molti di essi sono in uso ancora oggi. Ma come è possibile che opere così “vecchie” siano ancora in piedi, sfidando per livelli di sicurezza quelle costruite in epoca contemporanea?
Semplificando, i fattori che hanno determinato la resistenza di questi ponti sono fondamentalmente due: i materiali utilizzati e le strutture ad arco.
Per quanto riguarda il primo fattore, i romani costruivano i loro ponti con materiali non deperibili come la pietra, anziché il calcestruzzo. Le strutture portanti non includevano metalli, come avviene ad esempio per il cemento armato. Il ferro, a lungo andare, è soggetto a reazioni chimiche provocate dal contatto con l’anidride carbonica e l’acqua che generano fessurazioni nella struttura. Esiste poi un fenomeno chiamato “corrosione galvanica” che danneggia elettroliticamente il ferro. I ponti romani, realizzati perlopiù in muratura, non erano soggetti a questi problemi.
La struttura ad arco dei ponti romani è il secondo fattore chiave del loro successo. In un ponte ad arco, infatti, i componenti funzionano in compressione e non in trazione. Il ricorso all’arco portante permette di scaricare la forza e il peso non in verticale, ma sui lati. In strutture di questo tipo, i carichi generano basse sollecitazioni e tensioni sui materiali, limitando nel lungo periodo lo stress sull’opera. Questi ponti tendevano dunque a durare fino a quando la roccia o la struttura resisteva agli agenti atmosferici, ossia per un periodo lunghissimo.
10 splendidi esempi di ponti storici italiani
In altri approfondimenti abbiamo esplorato i ponti più famosi del mondo, quelli più spettacolari e innovativi, oppure quelli che superano i record. Qui ci vogliamo concentrare invece sulla bellezza architettonica e sull’importanza storica dei ponti antichi.
Alcuni sono vere e proprie attrazioni turistiche che calamitano visitatori da tutto il mondo. Altri portano con sé leggende, misteri o aneddoti curiosi. Ecco 10 splendidi esempi di ponti antichi italiani. Romani, medievali, rinascimentali. Li citiamo in ordine cronologico in base alla data di costruzione della struttura originaria.
1. Ponte Fabricio, Roma
Il Ponte Fabricio fu costruito nel 62 a.C. per sostituire una precedente struttura in legno. Questo ponte non collega le due sponde del Tevere, ma mette in collegamento una delle sponde con l’Isola Tiberina. In epoca romana serviva per raggiungere un tempio dedicato a Esculapio, posto proprio sull’isola. Chiamato anche ponte dei Quattro Capi o Pons Judaeorum, il Ponte Fabricio è il più antico di Roma e il meglio conservato della capitale, presentando ancora la sua composizione originaria.
2. Ponte di Augusto e Tiberio, Rimini
Il Ponte di Augusto e Tiberio, conosciuto anche come Ponte di Tiberio, è un ponte romano situato a Rimini. Voluto per attraversare il Marecchia, la sua costruzione iniziò nel 14 d.C. con il governo di Augusto e terminò nel 21 d.C. sotto Tiberio.
Edificato in pietra d’Istria, la struttura è formata da 5 arcate a tutto sesto con delle edicole cieche tra le imposte degli archi. L’ampiezza degli archi aumenta gradualmente dai lati verso il centro, dove è posto l’arco più grande. Ai bordi della pavimentazione, alcune lastre di pietra hanno incise iscrizioni latine.
3. Ponte Sant’Angelo, Roma
Il Ponte Sant’Angelo di Roma risale al 134 d.C. e fu commissionato dall’imperatore Adriano. In origine fu costruito in piperino (una roccia magmatica presente soprattutto nel Lazio) e rivestito da travertino. Il ponte era composto da tre arcate, a cui si accedeva tramite rampe dalla riva. Oggi, il suggestivo Ponte Sant’Angelo è “sorvegliato” da statue di angeli e collega piazza di Ponte Sant’Angelo al lungotevere Vaticano.
4. Ponte Gobbo, Bobbio (PC)
Il Ponte Gobbo, detto anche Ponte del Diavolo, è formato da 11 archi diversi tra loro. Attraversa il fiume Trebbia a Bobbio, in provincia di Piacenza. L’epoca di costruzione del ponte non è databile, ma l’origine è senz’altro di età romana, anche se la struttura subì diversi rifacimenti in epoca medievale.
Lungo 273 metri, è stato denominato Ponte Gobbo per il suo profilo irregolare. L’accostamento al Diavolo risale invece al medioevo, quando la costruzione di un ponte era considerata un’opera “diabolica”, in quanto in grado di unire luoghi che Dio aveva creato separati.
5. Ponte delle Torri, Spoleto
Il Ponte delle Torri di Spoleto è un ponte ad arco derivato da un acquedotto romano. Ai due estremi del ponte si trovano la Rocca Albornoziana e il Fortilizio dei Mulini. Il nome Ponte delle Torri potrebbe fare riferimento alle torri delle due fortezze poste una di fronte all’altra, oppure all’aspetto dei piloni. Di difficile datazione, sembra che nulla sia rimasto dell’originaria struttura romana. Si ritiene invece che il suo aspetto attuale sia stato definito nel Trecento.
6. Ponte Vecchio, Firenze
Il Ponte Vecchio è senza dubbio uno dei simboli di Firenze e il luogo più fotografato dai turisti. Un primo ponte in questa zona dell’Arno fu costruito nel 972, probabilmente in legno. Ne seguì un altro nel XII secolo, danneggiato più volte da alluvioni e incendi.
Il ponte che conosciamo oggi fu costruito nel 1345. Nel 1565 l’architetto Giorgio Vasari vi aggiunse il famoso “corridoio vasariano”, per mettere in comunicazione Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti, dimora della famiglia Medici.
7. Ponte di Castelvecchio, Verona
Il Ponte di Castelvecchio sorse a Verona tra il 1354 e il 1356 sotto la signoria di Cangrande II della Scala. La struttura, che attraversa l’Adige, aveva una funzione militare e doveva garantire una via di fuga dalla rocca di Castelvecchio, anch’essa in costruzione in quel periodo. La robustezza del ponte, uno dei più imponenti del Medioevo veronese, gli consentì di passare indenne cinque secoli, fino a quando non fu danneggiato dalle truppe napoleoniche nel 1802. Durante la Seconda guerra mondiale venne distrutto, ma nel 1951 fu ricostruito tornando così a nuova vita.
8. Ponte Vecchio di Dolceacqua (IM)
Questo suggestivo Ponte Vecchio si trova nel borgo di Dolceacqua, vicino a Imperia. Costruito nel XV secolo, il ponte ha un’unica campata. La struttura a schiena d’asino disegna un sinuoso arco lungo 33 metri. La sua funzione è quella di collegare il centro storico del paese con la parte nuova sviluppata oltre il fiume Nervia.
Nel 1884, il noto pittore impressionista Claude Monet non mancò di apprezzare questo gioiellino, tanto che decise di ritrarlo in alcuni suoi quadri, ora esposti al Musée Marmottan Monet di Parigi.
9. Ponte di Rialto, Venezia
Il Ponte di Rialto fu edificato fra il 1588 e il 1591 su progetto dell’architetto Antonio da Ponte (Nomen omen). La struttura, che comprende due rampe unite da un portico centrale, sostituì un precedente ponte in legno, caduto due volte e bruciato in diverse occasioni. Cartolina “vivente” di Venezia, quello di Rialto è uno dei quattro ponti che scavalcano il Canal Grande, assieme ai ponti dell’Accademia, degli Scalzi e al moderno ponte della Costituzione.
Se restiamo in laguna, impossibile non annoverare tra i grandi antichi ponti italiani anche il Ponte dei Sospiri, edificato nei primi anni del 1600 per collegare le prigioni della Serenissima. Il suo nome sembra fare riferimento ai sospiri angosciati dei prigionieri che venivano portati in carcere.
10. Ponte dei Trepponti, Comacchio
Il paese di Comacchio, in provincia di Ferrara, è famoso per il Ponte dei Trepponti, caratterizzato dalle ampie scalinate sui lati. È conosciuto anche come Ponte Pallotta, perché fu costruito nel 1638 per volere del cardinale legato Giovanni Battista Maria Pallotta. Collocato su un canale che conduceva all’Adriatico aveva una doppia funzione: serviva da ponte per superare il corso d’acqua, ma anche da porta fortificata della città. A realizzarlo fu l’architetto ravennate Luca Danese.