Una città è una città intelligente quando è in grado di ottimizzare economia, mobilità, risorse e il suo stesso modello di amministrazione. E in un periodo in cui il concetto di smartness è sempre più collegato non solo più alla presenza di infrastrutture digitali ma soprattutto al concetto di benessere e al ruolo del capitale umano, per costruire una smart city è ancora più necessario partire da un’attenta analisi del territorio. Conoscere i bisogni dei cittadini e avere chiara la disponibilità delle risorse, è quindi essenziale per disegnare un progetto inclusivo e di successo.

A tale scopo l’Osservatorio Nazionale sulla Smart City istituito da ANCI ha stilato un documento che riporta un insieme di indicazioni operative utili per un più efficace sviluppo di un modello di città inclusiva e sostenibile.

E per costruire una smart city non si può non partire da un’accurata lettura del territorio, e cioè dalla lettura dei dati. Secondo l’Osservatorio è infatti attraverso i dati che si possono ricostruire i problemi e i bisogni della città e di chi la vive: Big data e open data sono il punto di partenza per creare un’intelligenza collettiva che permette di leggere le criticità che la città vive.

I momenti della fase di analisi

Partendo dall’esperienza di molte città italiane, l’Osservatorio ha fissato i 6 momenti della fase di analisi.

  1. Definire la prospettiva con la quale guardare alla città. Per costruire una smart city occorre partire dal cittadino che, oltre a essere una fonte primaria di informazione, vuole sempre più avere un ruolo attivo nello sviluppo e nella trasformazione della sua città. Il rapporto tra amministrazione e cittadini permette di ottimizzare al massimo le risorse disponibili operando interventi mirati che garantiscono uno sviluppo sostenibile del territorio. Questo scambio di informazioni rende quindi amministrazione e cittadinanza co-autori del cambiamento.
  2. Definire gli ambiti di analisi. L’approccio vincente è quello olistico. L’analisi delle risorse disponibili, delle azioni pregresse, della strategicità e finanziabilità, gli interessi in campo sono i fattori che determinano quali interventi è più opportuno iniziare a programmare.
  3. Amministrazione: dalla conoscenza verticale all’integrazione orizzontale. La prima sfida da affrontare è superare la verticalizzazione interna dell’amministrazione. Questo obiettivo è declinabile secondo 3 tipologie di azione:
  • ripensare l’organizzazione interna e lavorare sull’abilitazione dei fattori organizzativi;
  • integrare diversi strumenti di programmazione per definire un quadro di analisi dei problemi e degli asset;
  • analizzare le risorse politiche e amministrative in funzione del lavoro di programmazione del percorso che porterà alla costruzione di una smart city.
  1. Definire indicatori e indici. È necessario individuare degli indicatori che siano condivisi e che possano descrivere gli elementi portanti di una smart city, così da avere un concreto strumento a supporto della programmazione e della definizione di città intelligente. Questo è il lavoro che FORUM PA sta facendo con ICity Lab, la piattaforma di Data Management che condivide circa 100 indicatori relativi ai capoluoghi italiani.
  2. Dal dato al sentiment. I social network o i blog possono rivelarsi uno strumento importante per analizzare il rapporto tra corpo sociale e tessuto urbano e quindi per acquisire dati quantitativi e strutturali.
  3. Dell’ascolto al crowdsourcing. Ed è ancora il cittadino che, posto di fronte a un problema, genera soluzioni, dati e informazioni. Il crowdsourcing urbano crea una mole di risorse informative utili a tutti gli ambiti del vivere comune urbani che una smart city deve riuscire a captare, integrare e utilizzare per la programmazione.
  4. I data analytics hub. Sono poche le città che dispongono di un singolo centro di data analytics che elabori i dati provenienti da diverse agenzie. Raccogliere insieme dati su traffico, emergenze, infrastrutture e segnalazioni dei cittadini è importante per avere chiaro il quadro d’insieme.
  5. I city dashboard. Costruire una smart city significa dotarsi di piattaforme liberamente consultabili dove il cittadino può controllare lo stato della città in tempo reale o accedere agli open data generati dalla comunità urbana, pubblica amministrazione inclusa.
  6. Big Data, Data visualization, Open Data Management, g-cloud. Sono quindi la gestione, l’interpretazione, la condivisione e il riutilizzo dei dati il tema centrale di una smart city. La smartness di una città si misura anche in relazione alla sua capacità di trasformare i dati in informazione e quindi in conoscenza prodotta, raccolta e condivisa al fine di creare innovazione.

Dalle indicazioni dell’Osservatorio Nazionale sulla Smart City è quindi chiaro come la sola tecnologia non è sufficiente per costruire una smart city. È il fattore umano a determinare il successo di un progetto, attraverso la corretta interpretazione dei dati e il coinvolgimento attivo dei cittadini. La ricerca della miglior soluzione a un dato problema è quindi frutto sì dell’analisi, ma soprattutto dell’ascolto del cittadino.