Il monitoraggio ambientale per individuare eventuali pericoli idrogeologici è un’esigenza sempre più pressante. Secondo l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – nel corso del 2021 sono aumentate infatti le aree a rischio alluvione e a rischio frana.

Secondo il “Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia”, pubblicato a marzo, le aree a rischio frana sono aumentate del 4% rispetto al 2017 e quelle a rischio alluvione addirittura del 19%.

Il 94% dei comuni è dunque a rischio dissesto e oltre 8 milioni di persone abitano in aree ad alta pericolosità. Più nello specifico, sono 1,3 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frana, mentre quasi 7 milioni di persone risiedono in zone a rischio alluvione.

Con quasi 3 milioni di cittadini che si trovano in luoghi “vulnerabili” a frane e alluvioni, l’Emilia-Romagna è la regione che corre maggiori pericoli. Seguono la Toscana (oltre 1 milione di persone a rischio), la Campania (580.000), il Veneto (575.000), la Lombardia (475.000) e la Liguria (366.000).

Considerando questi dati, risulta dunque evidente quanto le misure per il monitoraggio ambientale siano sempre più importanti per mitigare il rischio e migliorare la sicurezza dei cittadini.

Verso il monitoraggio predittivo del rischio di allagamento

Con la piattaforma KIRETI Smart City, SITE S.p.A. offre alle Amministrazioni pubbliche uno strumento in grado di monitorare il rischio di allagamento nelle città.

A un primo livello, la piattaforma può monitorare l’evento allagamento raccogliendo in tempo reale le informazioni provenienti da sensori di portata installati in prossimità delle reti fognarie. Questi sensori sono adatti anche a misurare in continuo lo stato dei tombini, oltre che la portata in canali aperti o condutture non completamente pieni.

A un secondo step, abbiamo il monitoraggio ambientale del rischio allagamento, che avviene controllando il livello delle falde acquifere in real-time, attraverso postazioni installate sul campo. La sensoristica è rappresentata da piezometri, strumenti introdotti verticalmente nel terreno che consentono di stimare la profondità della falda. L’evoluzione nel tempo dei livelli acquiferi viene poi messa in relazione con fenomeni naturali come le precipitazioni atmosferiche, misurate con pluviometri, e l’evapotraspirazione dalla falda.

La massima prevenzione si ottiene però con il monitoraggio predittivo del rischio e la rilevazione di stati di allerta e di allarme. Questo livello di prevenzione si può raggiungere monitorando costantemente il livello dei fiumi, gli eventi atmosferici ed eventualmente le maree.

I fiumi vengono monitorati con sensori in grado di calcolarne la portata e il livello, mentre una videocamera scatta istantanee per un confronto visivo del potenziale stato di pericolo. I dati sugli eventi atmosferici possono provenire da molteplici sorgenti: da strumenti installati ad-hoc come sensori di precipitazione e pluviometri, così come da Open Data.

Per quanto riguarda invece le maree, anche in questo caso si può optare sia per una sensoristica dedicata, sia per gli Open Data di ISPRA. I server dell’Istituto mettono infatti a disposizione serie storiche, osservazioni real-time, previsioni di maree astronomiche e analisi dei dati. La fusione delle informazioni consente di realizzare un sistema predittivo per la gestione del rischio di allagamento.

I vantaggi della piattaforma KIRETI per il monitoraggio ambientale

La piattaforma KIRETI consente di visualizzare su una mappa tutti i dispositivi installati sul territorio, consultare i dati raccolti e correlarli con altre informazioni da fonti pubbliche esterne. Ciò permette la programmazione anticipata degli interventi rispetto al verificarsi dei pericoli.

Le informazioni che arrivano dal territorio alla piattaforma possono poi innescare, in caso di allerta o allarme, degli automatismi sul campo.

I pilastri su cui si fonda il sistema KIRETI sono:

Integrazione – In un’unica interfaccia si possono integrare più funzioni, come ad esempio quelle inerenti il monitoraggio predittivo del sistema idrico, ma anche il monitoraggio per la prevenzione delle frane e degli incendi boschivi.

Geolocalizzazione – L’interfaccia riproduce una mappa interattiva attraverso la quale è possibile gestire in modo intuitivo, semplice e proattivo ogni evento o segnalazione.

Scalabilità – La piattaforma non è soggetta a obsolescenza. Si può infatti integrare con nuovi sistemi o dispositivi e può essere ampliata con ulteriori funzionalità.

Rapidità – L’automazione degli interventi permette un processo decisionale più veloce.