Una figura che ancora molti non conoscono, ma che sta assumendo gradualmente importanza per cercare di risolvere i problemi del traffico e dell’inquinamento nelle città: il Mobility Manager.

Di cosa si tratta di preciso? Il Mobility Manager è un professionista che si occupa di gestire e ottimizzare la mobilità all’interno di un’azienda o di un’organizzazione. Il suo compito principale è quello di sviluppare strategie di mobilità sostenibile, allo scopo di ridurre l’impatto ambientale e migliorare la qualità della vita dei dipendenti di un’azienda o dei cittadini di un comune.

Il suo ruolo è previsto dalla normativa italiana dal 1998, ma per oltre vent’anni non si è fatto molto per incoraggiarne l’adozione. Interventi legislativi più recenti hanno invece rilanciato questa figura, inquadrandola come centrale nello sviluppo delle politiche inerenti la Smart Mobility.

Per inquadrarne meglio la funzione, occorre specificare che esistono principalmente due tipi diversi di Mobility Manager: il Mobility Manager Aziendale e il Mobility Manager di Area. Nel 2015 è stato inoltre introdotto il Mobility Manager Scolastico.

Da Kyoto a oggi: cosa dice la normativa

Il Mobility Manager esordisce nella normativa italiana con il Decreto Ministeriale del 27 marzo 1998, incentrato sulla “Mobilità sostenibile nelle aree urbane”. Il decreto arrivò in risposta al noto Protocollo di Kyoto del 1997, il primo accordo internazionale che ha avuto come obiettivo quello di impegnare i paesi industrializzati a ridurre le emissioni di gas serra.

La legge prevedeva l’obbligo di identificare un “Responsabile della mobilità” all’interno degli enti pubblici con più di 300 dipendenti e nelle aziende con almeno 800 dipendenti, ma solo in alcuni comuni a rischio inquinamento atmosferico.

Nonostante l’individuazione di un responsabile fosse obbligatoria per legge, l’istituzione di questa figura professionale ha tardato ad affermarsi, anche perché la mancata nomina non prevedeva sanzioni. Si stima che nel 2016 fossero presenti in tutta Italia soltanto 850 Mobility Manager, quasi tutti aziendali.

La figura è stata però rilanciata dal Decreto legislativo 34/2020 e dal Decreto ministeriale del 12 maggio 2021, che ne hanno regolamentato funzioni e requisiti.

Con queste due norme è diventata obbligatoria la sua adozione in tutti i comuni capoluogo di provincia o con più di 50.000 abitanti, e in tutte le aziende con oltre 100 dipendenti che hanno sede in capoluoghi di regione, capoluoghi di provincia, città metropolitane o comunque in comuni con oltre 50.000 abitanti.

Secondo le intenzioni della normativa, l’obiettivo del Mobility Manager è quello di ottimizzare costi e impatti della mobilità sul territorio, per migliorare l’efficienza e ridurre l’inquinamento.

Il Mobility Manager Aziendale

Il Mobility Manager Aziendale si occupa di diversi ambiti, tra cui la definizione delle politiche di mobilità aziendale, la pianificazione dei trasporti dei dipendenti dell’azienda, la promozione dell’uso di mezzi di trasporto sostenibili e la gestione dei parcheggi aziendali. Inoltre, il manager opera a stretto contatto con i dipendenti per fornire informazioni su alternative di trasporto più green, quali il car-sharing o il bike-sharing, e per promuovere il cambiamento di comportamento in materia di mobilità.

Fulcro del suo lavoro è la redazione del PSCL, ossia il Piano Spostamenti Casa-Lavoro. Il piano ha lo scopo di ridurre il traffico privato e individuare le misure utili a orientare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti in base alle loro esigenze di mobilità e all’offerta di trasporto del territorio.

In pratica, il Mobility Manager Aziendale opera come coordinatore e facilitatore nella gestione della mobilità all’interno dell’azienda, con lo scopo di migliorare la sostenibilità ambientale, la qualità della vita dei dipendenti e la reputazione dell’impresa. Nonostante i buoni propositi, secondo recenti ricerche sembra però che soltanto un’azienda su tre fra quelle tenute ad avere un manager della mobilità l’abbia effettivamente nominato.

La legge 221/2015 ha inoltre introdotto il Mobility Manager Scolastico negli istituti di ogni ordine e grado. In questo caso, il ruolo deve essere assunto da un docente, scelto su base volontaria. Il responsabile ha il compito di organizzare gli spostamenti casa-scuola-casa del personale scolastico e degli alunni in un’ottica di mobilità sostenibile.

Il Mobility Manager di Area

Altra figura importante è il Mobility Manager di Area, che è invece un dipendente pubblico che fa capo agli Uffici del Traffico dei grandi comuni. La sua funzione è quella di interfacciarsi con i manager aziendali per coordinarne l’operato nel territorio di competenza.

Il Mobility Manager di Area aiuta quindi i referenti aziendali nella stesura dei rispettivi PSCL, armonizzandoli con le politiche dell’amministrazione comunale. Oltre a ciò, è tenuto a predisporre il PSCL comunale, con particolare attenzione alla mobilità delle aree industriali, artigianali, commerciali, scolastiche, dei poli sanitari e delle zone che ospitano manifestazioni ad alta affluenza di pubblico.

I manager pubblici operano inoltre per favorire l’adozione di soluzioni alternative e innovative di mobilità – anche attraverso campagne di promozione e sensibilizzazione – finalizzate ad allentare la morsa del traffico veicolare e a ridurre gli impatti ambientali. Un Mobility Manager di Area può ad esempio suggerire l’utilizzo di tecnologie innovative per la mobilità, quali semafori intelligenti, sistemi di smart parking e altro ancora.

Il Mobility Manager di Area, in conclusione, deve essere un professionista altamente specializzato che supporta aziende, enti e scuole nella stesura dei loro Piani Spostamenti Casa-Lavoro, e che gestisce anche il PSCL del proprio comune.