In seguito al tragico crollo del ponte Morandi di Genova nel 2018, le istituzioni hanno creato nuovi strumenti di monitoraggio delle infrastrutture; tra questi, le Linee Guida sui ponti esistenti. Il documento, che per esteso prende il nome di “Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti”, è stato elaborato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e approvato con Decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti del 17/12/2020. Le Linee Guida sono state redatte in attuazione dell’art. 14 del d.l. 28/09/2018, n. 109 (il cosiddetto “decreto Genova”).
Queste nuove regole sono state prodotte per orientare Anas e i concessionari autostradali pubblici nelle attività di controllo degli oltre 60.000 tra ponti, viadotti e cavalcavia esistenti lungo le strade e autostrade italiane. Grazie ad esse, le modalità di realizzazione, attuazione e gestione di un sistema di monitoraggio vengono definite in maniera unitaria.
Le Linee Guida sui ponti, che saranno sperimentate per un periodo massimo di due anni, vogliono essere uno strumento utile sia a conoscere le opere d’arte, sia a definire le priorità delle operazioni di monitoraggio e intervento. L’obiettivo è quello di fornire a chi gestisce strade e autostrade, cioè ad Anas e ai concessionari, indicazioni precise e uniformi per migliorare la sicurezza dei ponti. Le nuove Linee Guida pongono ad esempio l’attenzione sulle modalità con cui adottare azioni di approfondimento sulle opere, sulla frequenza delle ispezioni, sulla programmazione degli interventi e sulle eventuali limitazioni del traffico.
Linee Guida sui ponti esistenti: i punti salienti
Il documento sulle Linee Guida è suddiviso in tre parti. La prima sezione ha come oggetto il censimento e la classificazione del rischio dei ponti e dei viadotti esistenti con una lunghezza superiore ai sei metri. La seconda parte tratta la verifica della sicurezza di ogni opera d’arte. La terza definisce gli elementi per la loro sorveglianza. Tutto parte dal censimento e dall’ispezione delle opere, che porta alla redazione delle schede di difettosità. Da qui, si procede con la determinazione della classe di attenzione dell’infrastruttura, punto centrale delle Linee Guida.
La classe di attenzione è il risultato complessivo dei possibili rischi rilevanti: strutturali, sismici e idrogeologici. Questi rischi vengono in un primo tempo valutati separatamente in termini di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione. In un secondo momento, contribuiscono tutti insieme a decretare la classe di attenzione. Una volta definita, la classe di attenzione determina le modalità di verifica di sicurezza. Gli esiti di verifica rappresentano poi la base informativa per la successiva valutazione dell’impatto trasportistico, che avviene con l’analisi della resilienza della rete.
Un’analisi multilivello a 5 step
In sintesi, le Linee Guida sui ponti prevedono cinque livelli di analisi. Man mano che si passa dal Livello 0 al Livello 5, aumentano la complessità e il costo delle indagini, mentre il numero di infrastrutture coinvolte diventa sempre minore.
- Livello 0 – Censimento delle opere d’arte, che comprende la raccolta delle informazioni e della documentazione disponibile attraverso ricerche documentarie.
- Livello 1 – Ispezioni visive dirette della struttura e rilevazione delle caratteristiche geomorfologiche, idrologiche e idrauliche dell’area. In questa fase si individuano lo stato di degrado dell’opera e i potenziali rischi legati a eventi franosi o ad azioni idrodinamiche.
- Livello 2 – Determinazione della classe di attenzione attraverso l’elaborazione dei dati ottenuti ai precedenti livelli.
- Livello 3 – Valutazioni preliminari, finalizzate a comprendere se è necessario procedere con le verifiche accurate del livello 4.
- Livello 4 – Verifiche accurate, da eseguire in conformità alle vigenti Norme Tecniche per Costruzioni (NTC).
- Livello 5 – Quest’ultimo livello non è trattato nelle Linee Guida e riguarda soltanto i ponti a valenza strategica. Al fine di garantire i collegamenti essenziali, si analizzano l’interazione del ponte con la rete stradale in cui è situato e le possibili conseguenze che un’interruzione della viabilità causerebbe al contesto socioeconomico circostante.
Linee Guida ponti: un passo fondamentale per la prevenzione del rischio
Visti gli episodi negativi accaduti negli ultimi anni in Italia e le difficili condizioni idrogeologiche che le nostre infrastrutture devono spesso affrontare, le Linee Guida sui ponti sono uno strumento di fondamentale importanza. Scopo del documento è migliorare i livelli di monitoraggio e l’efficacia della manutenzione delle opere pubbliche utilizzate ogni giorno dai cittadini. Queste Linee Guida rappresentano una piccola rivoluzione in quanto per la prima volta definiscono senza discrezionalità come strade e autostrade debbano essere monitorate.
L’attività di sperimentazione portata avanti dagli enti gestori delle infrastrutture è coordinata dal Consorzio interuniversitario ReLUIS, in qualità di centro di competenza del Dipartimento della Protezione Civile. La supervisione del progetto è invece in carico al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
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