C’è più di un esempio di Smart City avanzate nel nostro continente. Come è prevedibile, la maggior parte di esse si trova nel Nord Europa, dove la propensione all’innovazione e un maggiore focus sui servizi pubblici digitalizzati fanno da traino alle città intelligenti.

Ecco dunque che città come Reykjavík, Copenhagen e Helsinki riescono a distinguersi tra le migliori Smart City europee. Appena un gradino più avanti troviamo le grandi metropoli: Londra, Amsterdam e Parigi si contendono di anno in anno il podio delle città più intelligenti d’Europa. A seconda delle classifiche e delle ricerche internazionali può primeggiare l’una oppure l’altra. È comunque innegabile che ognuna di queste realtà rappresenti un punto di riferimento a cui ispirarsi per le politiche green, di economia circolare e di inclusione sociale. Dopo avervi parlato della Top 10 delle città più smart d’Italia, vediamo ora qualche interessante esempio di Smart City in Europa, illustrando per ognuna gli aspetti più rilevanti.

Londra: la città più smart grazie a un “governo ombra digitale”

Secondo il City Motion Index (CIMI), l’indice internazionale che misura il livello di “smartness” delle città di tutto il mondo, Londra è la città più smart non solo d’Europa, ma dell’intero pianeta (davanti a New York e Tokyo). Un primato che la capitale britannica ha conquistato sia nel 2019, sia nel 2020.

Il programma che sta orientando le politiche della città si chiama “Smarter London Together”. Si tratta di un piano strategico che mette insieme nuove tecnologie, competenze digitali, connettività e Big Data. Alla base del suo successo c’è un’organizzazione appositamente istituita per affrontare i temi dell’innovazione, che affianca i normali organi di governo della città. A capo di tutto c’è un Chief Digital Officer (CDO), che coordina le politiche per la Smart City. Lo Smart London Board, che fa parte della City Intelligence Unit del municipio, è un comitato che ha il compito di fornire consulenza al CDO. Per favorire la digitalizzazione della città esiste inoltre un London Office for Data Analytics, che si occupa dell’analisi dei Big Data.

Grazie a questa struttura altamente specialistica, si sono ottenuti risultati all’avanguardia nel campo della mobilità smart e dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in vari ambiti. Sul fronte green, Londra sta compiendo dei passi avanti, con ingenti investimenti sull’idrogeno verde e sull’eolico offshore, che puntano a portare la Gran Bretagna tra i primi produttori di energia pulita.

Amsterdam: una Smart City esempio all’insegna della circolarità

Già dagli anni Novanta, Amsterdam ha cercato di diventare un esempio di Smart City da imitare. Le politiche più recenti sono concentrate nella “Strategia Circolare 2020-2025”, basata sull’economia circolare e sulla sostenibilità ambientale. Amsterdam vuole infatti diventare la prima città al mondo ad avere un’economia completamente circolare entro il 2050. Per riuscirci, la città punta a dimezzare l’uso di materie prime entro il 2030, a evitare sprechi e a ridurre le emissioni di anidride carbonica (del 55% entro il 2030 e del 75% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990). Tra i punti forti della capitale olandese c’è sicuramente la mobilità sostenibile. Le oltre 850.000 biciclette in circolazione fanno di Amsterdam la città più ciclabile del mondo. Proibendo inoltre la circolazione di autobus, moto e auto alimentati da combustibili fossili e favorendo l’adozione di mezzi di trasporto elettrici, la qualità dell’ambiente e della vita migliorano costantemente.

Come nel caso di Londra, l’organizzazione è fondamentale. Per sovraintendere al cambiamento, anche qui è stato istituito un Chief Technology Officer, il responsabile tecnologico. L’Amsterdam Smart City (ASC) è invece l’organismo che rappresenta la partnership pubblico-privata che supporta i progetti in tema di sostenibilità, digitalizzazione, economia circolare e servizi ai cittadini.

Parigi: la Smart City si misura in un quarto d’ora

L’epidemia da Covid-19 ha accelerato il progetto “Ville du quart d’heure”, ossia la “città del quarto d’ora”, promosso dall’attuale sindaca Anne Hidalgo. Questo progetto è un esempio di come la Smart City contemporanea può mettere in discussione il nostro stile di vita, i nostri consumi, il ruolo stesso di una metropoli. Secondo la visione della “città del quarto d’ora”, Parigi deve diventare una metropoli accessibile e facile da vivere, in cui i cittadini potranno avere tutto a portata di mano. Studiare, lavorare, fare la spesa, farsi curare, fare sport, andare al ristorante o a divertirsi: ogni attività che ci interessa deve essere raggiungibile in 15 minuti da casa, a piedi o in bicicletta.

Questa visione, quasi utopistica, prevede la riorganizzazione della città, degli spazi e dello stile di vita dei cittadini. Una rivoluzione urbana che può avvenire solo all’interno del paradigma della Smart City, che grazie a connettività, mobilità intelligente e transizione digitale potrà rendere più moderni sistemi e strutture.

Smart City, l’esempio del nord: Reykjavík

Come detto in precedenza, i Paesi nordici sono sempre all’avanguardia per quanto riguarda l’innovazione e l’attenzione verso le esigenze dei cittadini. La capitale islandese Reykjavík si mette in evidenza in particolar modo per tre aspetti. Innanzitutto, l’efficienza energetica. La produzione di energia rinnovabile raggiunge infatti il 70% del fabbisogno totale. Queste ottime performance sono garantite soprattutto dalla presenza di una rete di teleriscaldamento che sfrutta l’energia geotermica del sottosuolo.

Altro punto forte di Reykjavík è un trasporto pubblico all’avanguardia, che grazie all’utilizzo di una app dedicata facilita la fruizione e l’efficienza del servizio di autobus.

Infine, se le caratteristiche di una vera Smart City prevedono un alto livello di partecipazione dei cittadini, la capitale islandese dà voce alle persone attraverso il forum online “Better Reykjavík”. Per mezzo di questa piattaforma, ogni abitante della città può inviare idee e commenti sui servizi pubblici e le attività urbane.

Obiettivo zero emissioni a Copenhagen

Tra gli obiettivi a breve-medio termine di Copenhagen ce n’è uno molto ambizioso: quello di diventare una città a zero emissioni entro il 2025. Per raggiungere questo importante traguardo, la capitale danese ha articolato la propria strategia attorno a tre punti chiave.

Il primo punto prevede la riduzione del consumo energetico. Questo sarà possibile attraverso la costruzione di nuovi Smart e Green Building focalizzati sul risparmio delle risorse, un attento efficientamento degli edifici già esistenti e alla formulazione di un modello di risparmio energetico per aziende e servizi.

Al risparmio di risorse va affiancato l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili. In quest’ottica anche i rifiuti sono considerati come possibile risorsa, assecondando una visione di economia circolare.

Come in altri Paese nordici, la mobilita sostenibile gioca un ruolo primario nel rendere la città più green e vivibile. Se la bici è già uno dei mezzi di trasporto più usati a Copenhagen, per ridurre ulteriormente le emissioni l’obiettivo del Comune è che almeno il 75% degli spostamenti in città avvenga a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.

Un altro esempio di Smart City: Helsinki

La città di Helsinki ha investito a lungo termine per diventare un esempio di Smart City. L’unità Innovations and New Experiments della divisione Sviluppo economico ha il compito di favorire l’innovazione nell’ecosistema urbano.

Helsinki punta a diventare il centro per nuove e ambiziose iniziative low carbon. Le aziende sono incoraggiate a sfruttare gli incentivi statali per creare business meno impattanti, supportando l’energia efficiente e la riduzione del carbonio. Sempre per abbattere i livelli di inquinamento, nei prossimi anni verranno chiuse tre centrali elettriche a carbone, mentre un concorso internazionale sull’energia avrà l’obiettivo di individuare la migliore soluzione alternativa ai combustili fossili.

Un altro progetto interessante è quello di Smart Kalasatama, un ex quartiere industriale diventato una piattaforma sperimentale che ospita servizi e infrastrutture smart e green. Il progetto ha coinvolto più di 200 stakeholder fra cittadini, funzionari, aziende e ricercatori. Il quartiere potrà ospitare abitazioni per circa 25.000 residenti e offrire opportunità lavorative a oltre 10.000 persone.