Il numero di dispositivi IoT installati negli Smart Building a uso commerciale ha raggiunto nel 2022 la cifra di 1,5 miliardi di unità in tutto il mondo. È questa la stima della società di ricerca svedese Memoori, specializzata nell’ambito degli edifici intelligenti. Tale quantitativo di dispositivi IoT installati negli edifici commerciali rappresenta circa il 12% di tutti i dispositivi connessi a livello globale.

La società di ricerca svedese prevede inoltre che il numero di dispositivi IoT utilizzati negli Smart Building commerciali aumenterà, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 13,7% nel prossimo quinquennio, raggiungendo circa 3,25 miliardi di unità entro il 2028.

Lo stato dell’arte nell’adozione di dispositivi IoT

La crescita della base installata totale è guidata da un paio di fattori chiave. In primo luogo, durante lo scorso anno molte aziende sono passate dalla fase di progettazione di sistemi fondati sull’Internet of Things a quella di effettiva implementazione.

Un secondo motivo che spiegherebbe la crescita nell’adozione di dispositivi IoT sarebbe il notevole aumento del numero di dispositivi implementati per progetto. Molti sistemi IoT includono oggi migliaia se non decine di migliaia di dispositivi.

Solo nel 2021, un terzo del patrimonio immobiliare commerciale era ancora gestito manualmente. La transizione verso livelli più elevati di maturità dell’IoT era stata penalizzata da costi ancora elevati, competenze tecniche mancanti, questioni di privacy e sicurezza dei dati, conformità alle normative e problemi di interoperabilità.

Tuttavia, l’espansione di quello che possiamo ormai definire “paradigma IoT” sembra destinata ad aumentare. Questo perché i costruttori di nuovi edifici e i proprietari di quelli già esistenti sono consapevoli che strutture poco smart diventano presto obsolete. Gli investimenti in tecnologie che favoriscono la sostenibilità e la connettività digitale favoriscono invece vantaggi competitivi e rendimenti futuri.

Le applicazioni IoT negli edifici commerciali

Il settore immobiliare commerciale deve affrontare numerose sfide e incertezze. Tra queste, ci sono senz’altro fenomeni sociali come il passaggio verso forme di lavoro da remoto o comunque ibride, ma anche variabili macroeconomiche come la forte inflazione che ha colpito negli ultimi anni risorse come l’energia e i materiali.

Anche per questi motivi i costruttori di immobili non possono più trascurare le tecnologie più avanzate per la creazione di Smart Building, edifici in grado di rispondere alle nuove esigenze del lavoro e allo stesso tempo di gestire in modo oculato i consumi. Per chi non si dovesse adeguare al nuovo trend, il rischio è quello di presentarsi sul mercato con edifici di “seconda qualità” rispetto a quelli smart.

Oggi, secondo le stime, tra le varie applicazioni per Smart Building, quella che fa il più ampio uso di dispositivi IoT è la sicurezza e il controllo degli accessi (inclusa la videosorveglianza). Con un tasso di crescita previsto dell’11,9%, i dispositivi impiegati in tale ambito arriveranno a 646 milioni di unità entro il 2028. I sistemi HVAC e di gestione dell’energia rappresentano invece il secondo campo di applicazione per numero di dispositivi IoT installati.

Per quanto riguarda invece il tasso di crescita, l’analisi di Memoori suggerisce che l’applicazione che avrà una maggiore accelerazione nei prossimi anni nell’uso di sensori e dispositivi IoT sarà quella inerente il monitoraggio dell’occupazione e dell’utilizzo degli ambienti.

In ogni caso, l’affermazione dei dispositivi IoT dipenderà molto dalla diffusione di standard e protocolli aperti. La velocità dell’innovazione nell’Internet of Things chiede infatti interoperabilità in tutti i settori, in modo da connettere clienti, aziende e prodotti. Un maggiore utilizzo di standard aperti favorirebbe l’interoperabilità dei sistemi, sbloccando così il vero valore dell’IoT.