Un progetto di Smart City che parte dalle esigenze della comunità, anzi, del singolo quartiere: su questo presupposto si basa Sharing Cities, l’innovativa iniziativa europea inquadrata all’interno di Horizon 2020.

Lanciato nel 2016 e terminato a fine 2020, Sharing Cities è un progetto internazionale che ha affrontato alcune delle sfide urbane più urgenti: lo sfruttamento dell’energia, la gestione dei trasporti, le emissioni carboniche degli edifici, la condivisione dei dati. Lo scopo è stato quello di creare modelli di Smart City che possano essere esportati ovunque, con l’innovazione tecnologica a fare da traino.

A guidare il progetto Sharing Cities, è stato adottato un approccio a 3P – People, Place, Platform. Al centro del modello sono state collocate le persone, in un’ottica di compartecipazione allo sviluppo di soluzioni smart. In seconda battuta, il progetto si è concentrato su posti circoscritti, come quartieri o distretti. Infine, Sharing Cities si è basato su piattaforme di condivisione urbana in grado di gestire i dati provenienti da un’ampia gamma di fonti.

Sharing Cities: quali interventi sono stati realizzati nei quartieri test?

Per sperimentare le iniziative di Sharing Cities sono state selezionate sei città europee, tre in veste di “lighthouse” (le città “faro” che hanno fatto da apripista) e tre in quelle di “follower”. Le città faro sono state Lisbona, Londra e Milano, mentre Bordeaux, Burgas e Varsavia hanno ricoperto il ruolo di follower. Come già detto, gli interventi si sono concentrati su singoli quartieri: a Lisbona hanno riguardato il centro storico, a Londra il quartiere di Greenwich, mentre a Milano si è operato nella zona di Porta Romana/Vettabbia. Ma cosa è stato fatto in concreto nelle tre località?

Riqualificazione degli edifici – Sono stati condotti retrofit energetici di edifici residenziali privati e pubblici. Ciò ha incluso l’integrazione di fonti a basse emissioni, controlli digitali e la promozione di incentivi ai privati per favorire il risparmio energetico.

Coinvolgimento dei cittadini – La partecipazione attiva dei cittadini è stata promossa sviluppando piattaforme di condivisione e altri strumenti che hanno agevolato la comprensione da parte del pubblico di come funziona una città intelligente.

Gestione energetica integrata – Nei quartieri è stato implementato un sistema di gestione energetica integrato per ottimizzare l’uso delle risorse.

Installazione di lampioni intelligenti – Sono stati installati lampioni intelligenti integrati con altre infrastrutture smart quali stazioni di ricarica eV, sistemi di smart parking e sistemi per il monitoraggio del traffico.

Spinta alla mobilità elettrica – Sono state favorite iniziative a sostegno della mobilità condivisa a bassa emissione: e-bike sharing, e-car sharing, creazione di nuovi punti di ricarica.

Sviluppo di una piattaforma di condivisione urbana – L’intero progetto è stato finalizzato alla definizione di una “piattaforma urbana” capace di gestire dati di diversa natura e origine, dalle statistiche tradizionali alle informazioni fornite dai sensori dislocati negli edifici e sulle strade.

Sharing Cities: i risultati ottenuti a Milano

L’iniziativa europea Sharing Cities è arrivata in Italia grazie alla partnership tra Comune di Milano, mondo della ricerca, imprese e terzo settore. Il progetto è partito il 1° gennaio 2016 ed è terminato il 31 dicembre 2020 (i primi tre anni sono stati dedicati all’implementazione degli interventi, mentre gli ultimi due al monitoraggio).

I principali interventi effettuati nell’area di Porta Romana/Vettabbia hanno incluso la creazione di un cruscotto per la gestione dell’energia sostenibile e interventi di efficientamento energetico in due edifici pubblici multipiano (per un totale di 4.600 mq) e in diverse strutture a proprietà mista (per un totale di circa 20.000 mq). Sono stati installati 300 lampioni smart wi-fi dotati di vari tipi di sensori ed è stata realizzata una rete di teleriscaldamento da fonti energetiche rinnovabili. Per favorire la mobilità sostenibile, sono stati potenziati i servizi di e-car sharing (62 auto) ed e-bike sharing (150 mezzi), mettendo inoltre a disposizione 76 punti di ricarica per veicoli elettrici.

Nello specifico, gli interventi di efficientamento energetico degli edifici hanno consentito di ridurre i consumi del 70%. Il risultato è stato possibile grazie al coinvolgimento attivo dei cittadini, che hanno collaborato alla raccolta dati a integrazione dei sistemi di monitoraggio. Il coinvolgimento dei cittadini è avvenuto anche tramite la piattaforma SharingMI, sulla quale sono state condivise le idee di ognuno per rendere la città sempre più inclusiva.

Le risorse messe in campo dall’Unione Europea

Il progetto Sharing Cities fa parte del Programma quadro Horizon 2020sostenuto dall’Unione Europea. L’obiettivo del programma è quello di promuovere i settori della ricerca e sviluppo su scala europea e mondiale, rimuovendo gli ostacoli all’innovazione e agevolando l’interazione tra il settore pubblico e privato. Per Sharing Cities, l’Unione Europea ha stanziato 24 milioni di euro, di cui il 29% destinati alla città di Milano.

L’iniziativa ha riunito 34 partner europei provenienti da governi, industrie e università, con lo scopo di lavorare in modo collaborativo. Puntando su un approccio incentrato sull’utente e sulle esigenze del singolo quartiere, Sharing Cities ha voluto incentivare il mercato delle soluzioni per Smart City.

Condividere la conoscenza per progettare città migliori

Come suggerisce il titolo stesso del progetto, Sharing Cities è nato con l’ambizione di condividere la conoscenza e l’esperienza. Per questi motivi le buone pratiche sperimentate nelle “città faro”, tra cui Milano, verranno trasferite ad altre città in una logica di scalabilità. Le città “follower” hanno ad esempio collaborato con le “lighthouse cities” nello sviluppo di quelle soluzioni che hanno dimostrato di essere replicabili all’interno della propria realtà.

Questo progetto vuole dimostrare come innovazione e tecnologia possano tracciare nuovi percorsi di crescita economica, inclusione e accesso ai servizi, condizioni necessarie per migliorare la qualità della vita dei cittadini.