Il nostro pianeta sta diventando sempre più urbanizzato. Dal 2007 più della metà della popolazione mondiale vive in città. Entro il 2030 tale quota raggiungerà quasi i 2/3. La conseguenza di questa urbanizzazione spinta è che nelle aree metropolitane è concentrata la maggior parte della ricchezza (circa il 60% del PIL globale), ma anche dei problemi. Tra questi, il peggioramento dell’inquinamento atmosferico (circa il 70% delle emissioni globali di carbonio proviene dalle città), la caotica espansione urbana (come ad esempio lo sviluppo di baraccopoli in certe aree del mondo), infrastrutture e servizi inadeguati e sovraccarichi, un forte consumo di risorse energetiche (oltre il 60% delle risorse mondiali è assorbito dai centri urbani). A queste criticità, si è aggiunta di recente la pandemia di COVID-19, più devastante nelle aree povere e densamente popolate, dove il sovraffollamento rende impossibile rispettare le misure di prevenzione sanitaria come il distanziamento sociale e l’isolamento.

LE CIFRE DEL PROBLEMA: DENSITÀ DEMOGRAFICA, INQUINAMENTO, CONSUMI ENERGETICI
  • Metà della popolazione mondiale – 3,5 miliardi di persone – vive oggi nelle città; si prevede che entro il 2030 saranno 5 miliardi.
  • Il 95% dellespansione urbana nei prossimi decenni avverrà nei paesi in via di sviluppo.
  • 828 milioni di persone vivono negli slum (la maggior parte in Asia orientale e sud-orientale).
  • Le città del mondo occupano solo il 3% della Terra, ma rappresentano il 60-80% del consumo di energia e il 75% delle emissioni di carbonio.
QUALI SONO LE SFIDE PIÙ URGENTI PER LE SMART CITY DEL FUTURO?

Le diseguaglianze sociali e gli elevati livelli di consumo energetico e di inquinamento urbano sono alcune delle sfide più urgenti per le metropoli del nostro pianeta. Oggi, queste realtà sono anche le più vulnerabili ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali, a causa dell’alta concentrazione di persone, della scarsa manutenzione delle infrastrutture e a volte della loro posizione geografica.I problemi “urbani” colpiscono più o meno ogni cittadino. La diseguaglianza può portare infatti a disordini e insicurezza, l’inquinamento danneggia la salute di tutti, le catastrofi naturali sconvolgono lo stile di vita delle comunità. Costruire una forma di “resilienza urbana” è dunque fondamentale per evitare perdite umane, sociali ed economiche.

L’OBIETTIVO 11 DEI SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS (SDGS) DELL’ONU: RENDERE LE CITTÀ PIÙ INCLUSIVE, SICURE E SOSTENIBILI

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dellONU definiscono importanti priorità per i prossimi anni, inclusa la necessità di creare città più sostenibili. Il processo aperto e partecipativo e le negoziazioni tra le nazioni attraverso l’Open Working Group on Sustainable Development Goals hanno prodotto un documento con 17 obiettivi da perseguire da qui al 2030. Tra questi 17 obiettivi, ne emerge uno che riguarda nello specifico lo sviluppo urbano: l’obiettivo 11 si prefigge lo scopo di rendere le città e gli insediamenti umani più inclusivi, sicuri e resilienti.

L’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile che riguarda le città è incentrato sull’eliminazione delle condizioni di marginalità urbana, la fornitura di sistemi di trasporto accessibili e convenienti, la riduzione dell’espansione incontrollata delle periferie, l’aumento della partecipazione alla governance urbana, il miglioramento della conservazione del patrimonio culturale, una maggiore capacità di gestire i rifiuti e la possibilità di accedere a spazi pubblici sicuri e protetti.

COME LE TECNOLOGIE AIUTANO LE CITTÀ A DIVENTARE PIÙ SOSTENIBILI?

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione offrono la soluzione a molte di queste sfide. Una tendenza chiave nelle città sostenibili è infatti l’enorme aumento della tecnologia, in particolare l’Internet of Things (IoT), che prevede di collegare le infrastrutture della città – dalla rete elettrica a quella fognaria, dalle strade agli edifici – per ottenere dati preziosi che aiutino gli amministratori locali a prendere decisioni più accurate.

In effetti, molte città in tutto il mondo stanno già utilizzando l’analisi dei Big Data raccolti da sensori intelligenti e dispositivi connessi per gestire il traffico, ridurre il consumo di energia e migliorare un’ampia gamma di servizi urbani. A Barcellona, ​​ad esempio, l’analisi dei flussi del traffico e l’integrazione di più tecnologie per Smart City consentono ai bus di circolare negli itinerari con il maggior numero di semafori verdi, rendendo la circolazione più fluida. Una soluzione simile è adottata a Singapore, dove sensori e telecamere inviano segnali ai conducenti dei mezzi pubblici per migliorare il flusso del traffico.

A Stoccolma, il programma Green IT cerca di ridurre l’impatto ambientale attraverso edifici ad alta efficienza energetica, il monitoraggio del traffico e lo sviluppo di servizi elettronici per ridurre l’uso della carta. A Calcutta si cerca invece di risolvere il problema dell’espansione degli slum attraverso Sistemi di Informazione Geografica che mappano gli insediamenti non pianificati. Per quanto riguarda il tema della sicurezza, a Santa Cruz, in California, le autorità locali analizzano i dati storici sulla criminalità per elaborare, grazie all’intelligenza artificiale, modelli di polizia predittiva. La presenza delle forze dell’ordine viene dunque concentrata dove e quando sarà più probabile che avvenga un reato. A Quito, in Ecuador, è stata invece varata una piattaforma mobile (“Down with Harassment”) attraverso la quale le donne possono denunciare molestie sessuali ricevute sui mezzi del trasporto municipale.

COME MISURARE L’INTELLIGENZA E LA SOSTENIBILITÀ DELLE CITTÀ

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite sono più facilmente raggiungibili grazie alle nuove tecnologie. Ormai, c’è la consapevolezza che la tecnologia digitale possa contribuire a quasi tutti i 17 Goals dell’ONU, oltre a quello riguardante le “Città e comunità sostenibili”. A guidare l’evoluzione in questo senso è l’ITU, l’Unione internazionale delle telecomunicazioni. Si tratta dell’agenzia ONU specializzata in ICT che ha il compito di sviluppare il potenziale delle tecnologie per aiutare a costruire città più intelligenti e sostenibili.

Assieme alla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), l’ITU ha lanciato nel 2016 il programma “United for Smart Sustainable Cities” (U4SSC). U4SSC ha identificato gli indicatori chiave di prestazione (KPI) che fissano obiettivi e misurano i progressi delle città nel loro percorso verso sostenibilità e smartness. Gli indicatori rientrano in cinque categorie generali: uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, infrastrutture fisiche, equità e inclusione sociale, qualità della vita, sostenibilità ambientale.

CITTÀ PIÙ INTELLIGENTI PER SOCIETÀ PIÙ RESILIENTI

Le tecnologie per le Smart City possono essere potenti agenti di cambiamento. La trasformazione verso società resilienti e sostenibili richiede la riprogettazione delle città e un cambiamento radicale nei nostri modelli di produzione, mobilità, consumo di energia e smaltimento dei rifiuti. Le tecnologie digitali ci danno l’opportunità di sviluppare sistemi urbani più intelligenti e inclusivi in ​​cui i rifiuti, il consumo di energia e gli impatti ecologici sono ridotti al minimo e in cui i processi urbani possono migliorare sicurezza e qualità della vita.

Ma la transizione verso città intelligenti e sostenibili richiede un’intenzione collettiva e una grande collaborazione tra cittadini, imprese e governi. Solo operando insieme sarà possibile progettare città efficienti, ecologiche e attente alla persona, che favoriscano il benessere individuale e lo sviluppo sostenibile.