Le città intelligenti del futuro saranno quei luoghi in cui i servizi tradizionali saranno resi più efficienti attraverso le tecnologie digitali e di telecomunicazione. Grazie a un utilizzo sempre più ampio dell’Internet of Things (IoT), le amministrazioni potranno raccogliere dati in tempo reale per comprendere in modo migliore le esigenze dei cittadini e risolvere i problemi che affliggono le città di oggi.

Magari avremo cestini della spazzatura intelligenti che avvisano quando sono pieni e pronti per la raccolta, come già avviene a Praga, Manchester e Melbourne. Oppure lampioni connessi che si accendono e spengono automaticamente in base alle effettive esigenze di illuminazione, come a Miami, Edimburgo e Giacarta.

Los Angeles, Amburgo e Pechino sono un passo avanti agli altri per quanto riguarda la possibilità di ricaricare i veicoli elettrici parcheggiati in strada, mentre si distinguono per essere città intelligenti all’avanguardia anche Barcellona, ​​Amsterdam, Copenaghen, New York, San Francisco, Dubai, Seoul, Singapore, Tokyo e Adelaide.

Ma quali sono le linee guida che una città dovrà seguire per diventare davvero smart? Vediamone alcune.

  1. L’approccio olistico delle città intelligenti

Le città intelligenti di successo avranno un approccio olistico al proprio sviluppo. La priorità andrà alla creazione di un’infrastruttura e di piattaforme IT comuni, in grado di essere sfruttate da più applicazioni per Smart City.

Invece che concentrarsi su una particolare area applicativa (ad esempio la mobilità, l’energia o la governance), con il rischio di mettere in campo soluzioni che funzionano a compartimenti stagni, i progetti olistici per Smart City prevedono l’utilizzo di software gestionali centralizzati che offrono una visione completa di tutti gli aspetti che riguardano la città.

  1. Smart City significa partecipazione collettiva

Le Smart City dovranno mostrare un forte orientamento al cittadino, sviluppando infrastrutture che consentano a tutti di diventare co-creatori della loro città futura.

Alcune realtà hanno ideato laboratori urbani in cui cittadini, studenti, ricercatori e imprese possono sperimentare idee e applicazioni pensate per le città intelligenti. A Copenaghen, ad esempio, gli sviluppatori possono inviare una richiesta allo Street Lab della città per testare la loro soluzione per Smart City. Una volta accettata, Copenhagen Street Lab offre assistenza completa per installare e connettere la soluzione all’infrastruttura esistente.

Le città intelligenti del futuro dovranno inoltre sviluppare piattaforme partecipative che permettano ai cittadini di presentare e votare proposte di interesse pubblico. Buoni esempi da cui prendere spunto sono le piattaforme Decidim di Barcellona e mVoting di Seoul.

  1. Le città intelligenti adottano una visione a lungo termine

I programmi per le Smart City del futuro hanno una prospettiva a lungo termine. Le varie soluzioni pensate per le città intelligenti non potranno concentrarsi esclusivamente sul raggiungimento di un obiettivo particolare, ma dovranno invece essere inserite in una visione globale della città.

Anche in questo caso un buon esempio è fornito da Copenaghen. La città sta lavorando su cinque aree di interesse (salute, mobilità, energia, cittadinanza attiva e apprendimento intelligente), per ognuna delle quali vengono sviluppati numerosi progetti e soluzioni con l’obiettivo generale di migliorare la qualità della vita dei cittadini e rendere Copenaghen la prima capitale al mondo a emissioni zero entro il 2025.

  1. La sostenibilità ambientale come priorità

Le città del futuro saranno intelligenti nella misura in cui riusciranno a migliorare la sostenibilità ambientale. Le Smart City in più rapida crescita mostrano già una riduzione dei livelli di emissioni di carbonio e un miglioramento della qualità della vita.

L’elenco delle soluzioni che aiutano a raggiungere i traguardi ambientali comprende l’illuminazione stradale connessa, il monitoraggio della qualità dell’aria, la diffusione delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, la mobilità condivisa, i sistemi di gestione del traffico e altre soluzioni di Smart Mobility.

Città come Barcellona e Amsterdam hanno investito nell’estensione delle tecnologie di ricarica per le loro flotte di e-bus. Allo stesso modo, Tokyo si sta impegnando a sviluppare un programma di mobilità condiviso a basse emissioni di carbonio, al fine di ridurre i livelli di inquinamento da CO2.

  1. Pubblico e privato insieme per condividere il futuro

Per superare i limiti legati ai finanziamenti pubblici, le città intelligenti tenderanno sempre più a incoraggiare e facilitare la collaborazione con il settore privato. Le partnership consentiranno una condivisione più equilibrata di rischi, costi e benefici, riducendo la pressione sul budget cittadino. Le partnership tra settore pubblico e privato ridurranno inoltre la dipendenza dei progetti dai budget comunali e dai cambi di leadership politica, favorendo opportunità di investimento a lungo termine a sostegno dei progetti più estesi.

La città cinese di Hangzhou, ad esempio, ci fornisce un interessante esempio di partnership, in cui il governo locale collabora con il colosso dell’e-commerce Alibaba e altre tredici società private.

  1. Città più intelligenti grazie a Open Data e piattaforme aperte

Lo sviluppo degli Open Data e di piattaforme aperte costituisce un’altra priorità nell’agenda delle città intelligenti. È infatti dimostrato che rendere liberamente disponibili alle imprese e ai ricercatori i set di dati delle città porta molti vantaggi, tra cui servizi ai cittadini più efficienti, azioni governative più efficaci e l’emergere di nuovi modelli di business basati sui dati.

Seoul ha creato ad esempio Open Data Plaza, una piattaforma aperta che consente a sviluppatori e ricercatori di terze parti di accedere ai dati disponibili sulla città. Allo stesso modo, Copenaghen ha creato Open Data DK, un portale online in cui è possibile accedere liberamente ai dati chiave della capitale danese.